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26 Set 2013
Venerdì prossimo Trasportounito avvierà una raccolta di firme per chiedere al governo l'eliminazione totale e definitiva del Sistri (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) e la compensazione dalle imposte dei contributi versati e il risarcimento dei danni subiti dalle imprese.
L'associazione dell'autotrasporto ha infatti denunciato che il Sistri, sistema istituito nel 2009 con l'obiettivo di informatizzare l'intera filiera dei rifiuti speciali e «mai entrato in funzione», costituisce «una truffa italiana» ed ha annunciato che chiederà «il rimborso e il risarcimento danni relativi contributi “estorti” e imposti agli autotrasportatori, obbligati a dotare i loro mezzi di strumenti rivelatisi del tutto inutili».
«Circa 350.000 imprenditori - ha spiegato Trasportounito- sono stati obbligati, nel triennio 2010-2012, a versare complessivamente 500 milioni di euro di contributi per adeguarsi alle regole del Sistri acquistando gli appositi dispositivi black box: soldi buttati via, visto il sistema di tracciabilità dei rifiuti non ha mai funzionato. L'unica cosa che ha funzionato, per Trasportounito, è stata invece la macchina degli scandali con un principale indiziato: lo Stato. Tempo perso e denaro sprecato, con pesanti incidenze su bilanci di imprese già quotidianamente costrette a fare i conti con problemi di sopravvivenza e ora - ha sottolineato l'associazione sindacale - il governo ha deciso di reiterare gli errori del passato: a partire dal 1° ottobre le prime 70.000 imprese torneranno sotto la “tortura improduttiva” del Sistri. Per contro le imprese straniere che trasportano rifiuti in Italia saranno invece assurdamente esentate».
Trasportounito ha quindi invitato le imprese ad una raccolta di firme con l'obiettivo di eliminare il sistema e chiedere il risarcimento che si terrà dinanzi alle Camere di Commercio oppure nelle sedi delle associazioni territoriali di Trasportounito.
Fonte: INFORMARE